Se nominiamo l’assenza, di colpo ci sentiamo tristi. Non immaginiamo quanto godimento si possa trarre da una fuga liberamente calcolata dalla realtà. I lettori sanno bene di questa miracolosa latitanza e lo sanno gli scrittori, appassionati di voci e storie nell’aldilà del racconto. In faccia all’abbandono, al tradimento, alla mancanza, lo spazio tempo dell’assenza è quello benedetto della scrittura, santificato dalla parola al tavolo dell’immaginazione, nella focosa irruzione sulle cose, dell’epifania delle stesse. Fughe di donna, uomini assenti, amanti che invece non vanno mai via. Abitacoli, bagni e ambulanze di tormenti e fastidio. Creature nate per niente, figli che sbagliano sempre. Gente in attesa.
Fuggi il passo cattivo del tempo e spesso vuoi dimenticare o solamente ricordare in bene, se possibile. Intanto hai imparato a mettere via, a separare bucato e memorie come una pazza, a fare autoanalisi, a personalizzarti l’Islam, a morirti addosso. Ti sei consolata con una cartolina di sole e mare, hai sorriso o maledetto l’infanzia, sei cresciuta, ma tuo padre è sempre più adirato. Nodi in gola. E al pettine. Vite spezzate. Ipnosi tra le macerie.
Prima raccolta dedicata a SpartacoLab, atelier di lettura e scrittura creativa che ha radunato un gruppo di bravi cultori nell’arte antica dell’oralità, Il tempo dell’assenza è un esperimento d’amore in cui retorica di stile e prassi didattica si legano all’analisi della soggettività e delle emozioni, sondate con attenzione e dovizia di particolari. Un’operetta esistenzialista volutamente incompiuta a tematizzare l’assenza, in cui le confessioni si sovrappongono non senza qualche sbavatura lirica d’eccesso sentimentale; in cui la dinamica di privazione declina sulle tante note dolenti della solitudine, del dolore, della morte naturale, più vera e intollerabile.
In altre parole, la scrittura è sempre al lavoro e la narrazione, risorsa e strumento di patteggiamento con i sensi feroci e agitati del vivere, si lancia alla ricerca di un ordine possibile, di un ascolto partecipe, lontano da pericolose ossessioni. Le parole mettono a posto, riscattano il mondo in disordine e ridanno senso in barba al pantano dell’immutabilità, allentando la tensione del qui ed ora. Un laboratorio dell’assenza come scrittura dell’esserci, nella sospensione scelta e cosciente. Lucido atto di presenza nel tempo di grazia della narrazione.
Erika Di Giulio
Il tempo dell’assenza
a cura di Paolo Graziano
Autori: Carmelina Moccia, Paola Maciariello, Carla Mele, Elsa Martino
Angelina Della Valle, Giovanna Renga, Gaetano Procida
Edizioni: SpartacoLab
Pagine: 110